C’è la favola e ci sono le marionette, i burattini, le maschere, tutti gli oggetti sono costruiti a mano. Al teatro Antigone dell’Osservatorio sulla ‘ndrangheta di Reggio Calabria porta il suo lavoro teatrale Angelo Gallo con “Pinocchio”. Un altro appuntamento trasversale in un luogo che vuole fare progettualità di rete sul territorio, un posto di scambi e di conoscenze, di accoglienza e condivisione, come chiarito da Vincenzo Mercurio a inizio spettacolo.

Il lavoro su tradizione e materiale di riciclo

Un esperimento vivo e riuscito la narrazione, quella celebre di Pinocchio, che passa i confini del tempo, coinvolge i bambini, e porta il pubblico sul palco, parte attiva della scena a vivere le gioie e le disavventure del piccolo protagonista, indirizzato nel viaggio dell’eroe che lo porterà, tra mille difficoltà, ad arrivare alla sua meta.

Un lavoro sulla tradizione fatto da Angelo Gallo che in scena ha costruito tutto a mano e ha portato avanti la tecnica dei burattini a guanto, le marottes per concludere con il teatro d’oggetto, costituito da materiali di riciclo.

L’insegnamento di Pinocchio

Dietro la magia del pezzo di legno che diventa un bimbo in carne d’ossa passa un coro di personaggi, amorevoli o cattivi: dal papà Geppetto, a Mangiafuoco e ancora la Fata Turchina, il Grillo parlante, il Gatto e la Volpe, Lucignolo: figure archetipiche che accompagnano Pinocchio nella buona e nella cattiva sorte, ciascuno metafora dei soggetti che tutti incontriamo nella vita vera.

Ammonimenti e insegnamenti per tutti, in una storia raccontata prendendo i bimbi per mano e facendo comunque divertire famiglie intere.

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